Žodžiai dainai: Agghiastru. La Stanza.
Era spento quel sole,
sulle mani splendeva
dove la colpa intrisa all'amore,
germogliava ferite strane.
Era vuota la stanza,
in attesa anche il vento
e c'era pure del sangue il silenzio,
sussurrava al tuo cuore una danza.
Era sporco quel viaggio,
conduceva in un mare
dove il peccato dipinto di bianco,
sembrava non voler mai naufragare.
Era lenta la pioggia,
sui tuoi occhi scendeva
e c'era il rosso sporcato di rosso
che veloce sul tuo ventre marciva.
La tua stanza colma d'orgoglio,
neanche il vento osava piu entrare,
la mia mano afferrata la lama
squarcia e macchia lavando l'onore.
Perduto in quel mare.
sulle mani splendeva
dove la colpa intrisa all'amore,
germogliava ferite strane.
Era vuota la stanza,
in attesa anche il vento
e c'era pure del sangue il silenzio,
sussurrava al tuo cuore una danza.
Era sporco quel viaggio,
conduceva in un mare
dove il peccato dipinto di bianco,
sembrava non voler mai naufragare.
Era lenta la pioggia,
sui tuoi occhi scendeva
e c'era il rosso sporcato di rosso
che veloce sul tuo ventre marciva.
La tua stanza colma d'orgoglio,
neanche il vento osava piu entrare,
la mia mano afferrata la lama
squarcia e macchia lavando l'onore.
Perduto in quel mare.
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