Žodžiai dainai: Pippo Pollina. Passaggio A Pècs.
Questo tempo indiscusso per mano mi prende
Mi corregge il ritratto mi chiosa i suoi forse
Con accordi in maggiore, con salsa e merengue
A cantarmi la vita fra mille rincorse.
Ed e tutta storia che muore in disparte
Quella dei piccoli eroi d'ogni giorno
E un trucco scoperto, un gioco di carte
Ed e tutto sole che non conosce ritorno.
Ma io con te ci verrei fin sull'orlo del mondo
A guardare le stelle a innaffiare un giardino
Invecchiando su un muro e con un girotondo
Giocare fino a ridiventare bambino.
Ed e tutta storia che fa la sua parte
Che mi trascina fiero, stanco o felice
Questo corpo disteso fra Venere e Marte
Questa musica dolce, questo cielo di pace.
Ed il fischio del treno mi salutera
E la brezza del vento mi accarezzera
E' la pioggia d'autunno che mi bagnera
Fra le onde del mare che verra.
E una rondine cieca mi sorridera
E una stella che brilla mi regalera
Un ricordo d'argilla di questa citta
Che mi guarda sorniona e se ne va.
Un' immagine che si scioglie fra le dita
Una cosa qualunque come luce e vita.
E un sorriso d'amico mi riscalda il cuore
Una giornata fra campi di spighe nuove
Ed un sorso di vino barattato all'oste
Per un tozzo di pane e di caldarroste
Il profilo d'un casolare abbandonato
La speranza e un crepuscolo disordinato
Dove il cielo e la terra si incontrano piano
Dove tutto e silenzio e non c'e nessuno
E di niente ho bisogno in questo mattino
Solo delle illusioni del mio giardino.
Mi corregge il ritratto mi chiosa i suoi forse
Con accordi in maggiore, con salsa e merengue
A cantarmi la vita fra mille rincorse.
Ed e tutta storia che muore in disparte
Quella dei piccoli eroi d'ogni giorno
E un trucco scoperto, un gioco di carte
Ed e tutto sole che non conosce ritorno.
Ma io con te ci verrei fin sull'orlo del mondo
A guardare le stelle a innaffiare un giardino
Invecchiando su un muro e con un girotondo
Giocare fino a ridiventare bambino.
Ed e tutta storia che fa la sua parte
Che mi trascina fiero, stanco o felice
Questo corpo disteso fra Venere e Marte
Questa musica dolce, questo cielo di pace.
Ed il fischio del treno mi salutera
E la brezza del vento mi accarezzera
E' la pioggia d'autunno che mi bagnera
Fra le onde del mare che verra.
E una rondine cieca mi sorridera
E una stella che brilla mi regalera
Un ricordo d'argilla di questa citta
Che mi guarda sorniona e se ne va.
Un' immagine che si scioglie fra le dita
Una cosa qualunque come luce e vita.
E un sorriso d'amico mi riscalda il cuore
Una giornata fra campi di spighe nuove
Ed un sorso di vino barattato all'oste
Per un tozzo di pane e di caldarroste
Il profilo d'un casolare abbandonato
La speranza e un crepuscolo disordinato
Dove il cielo e la terra si incontrano piano
Dove tutto e silenzio e non c'e nessuno
E di niente ho bisogno in questo mattino
Solo delle illusioni del mio giardino.
Pippo Pollina
Pippo Pollina
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