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Žodžiai dainai: Roberto Vecchioni. Gli Anni.

Cos'e rimasto delle gioie
e dei miei improbabili dolori?
dov'e finito il tempo
dei miei straordinari batticuori?
avessi inventato qualcosa,
si fa per dire una pietanza;
fossi stato un genio
o almeno un terzino dell'Atalanta;
mia madre mi diceva sempre:
"Smettila di bere!"
e non sapeva ancora
che dovevo ancora cominciare
io mi toccavo freneticamene
pensando alle sue amiche
ah! le idee gia
da allora le mie preferite
Gli anni t'inseguono
quando sei solo
gli anni ti parlano
ma non e vero

Gli anni rimangono
silenziosi, leggeri,
stanno dove li metti
e si nascondono
negli odori, nei fogli,
nel wysky, nei cassetti
gli anni si impigliano
e si aggrovigliano

Vorrei parlarti
vorrei spiegarti
vorrei lasciarti
e poi cercarti

Vorrei sognare
che e stato solo un sogno
che mi hanno raccontato
senza dormire
perche il mondo non c'e
quando io sono addormentato
e poi dormire
con una poesia
che da sempre so a memoria
senza sognare
e la ragazza usciva
lentamente dalla storia

gli anni continuano
telefona almeno per dirmi
come ti va la scuola
fatti guardare
come ti sei fatta bella,
e vero, il tempo vola
gli anni t'imbrogliano
io non so piu se
sono buoni o cattivi gli indiani
pero non vale
che stavo in piedi a vedere
con chi usciva lei domani
gli anni sorridono
e un'altra donna leggera
leggera danza sulle dita
corrono avanti
e colori, persone,
giochi giorni, l'Inter, la partita

Gli anni che passano
non sono mai tanti
gli anni miei...
gli anni, gli anni, gli anni.

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