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Žodžiai dainai: Roberto Vecchioni. Il Cielo Di Austerlitz.

Sono caduto come un airone
colpito al volo nella brughiera
sono caduto come d?autunno
la foglia stanca di primavera
sono caduto sulla mia schiena
tra un fiore d?anice e una betulla
e guardo immobile come un bambino
nella sua culla.

Sopra di me c?e soltanto il cielo
e in cielo scorrono gli anni e i mesi
nessun ricordo sembra piu vero
tra gli urli altissimi dei francesi
sono caduto sulla mia ita
sprecata a credermi onnipotente
che tutto e vano su questa terra
e tutto e niente.

Com?e lontano Dio, lontano il cielo
da tutto quello che ho creduto vero,
com?e lontano Dio, lontano il tempo
un?ombra miserabile di eterno;
avessi amato gli uomini e i pensieri,
potessi amarti molto piu di ieri:
com?e lontano, lontano il cielo, il cielo...

Dov?e finito lo sfarzo assurdo
di Pietroburgo, di quella reggia,
e le risate, l?oppio, l?onore,
dov?e il mio popolo che m?inneggia,
tutto il rumore e una voce spenta,
qui arriva solo l?eco dell?aria
e il canto dolce che mi addormenta
della mia balia.

E guardo questo nano francese
meschino come la sua vittoria
che conta i morti cosi cortese
e crede d?essere lui la storia,
?e io non posso, non voglio morire
amo la vita, quest?erba e l?aria?,
gli uomini sono un?avventura
straordinaria.

Com?e lontano Dio, lontano il cielo
da tutto quello che ho creduto vero
com?e lontano Di, lontano il tempo,
il sogno d?esser uomini e un momento,
potessi amare molto piu di ieri,
potessi amare chi ho perduto ieri,
com?e lontano Dio, lontano il cielo, il cielo...

potessi amare molto piu di ieri,
potessi amare chi ho perduto ieri,
com?e lontano Dio, lontano il cielo, il cielo.